Nella spirale dell’indifferenza
a denti stretti plasmi parole, e
la notte dipani nuvole di sogni
per adagiarvi morenti illusioni
crocifisse ai remi
del quotidiano andare.
Poeta, troppo spesso la tua gioia
è fatta solamente di parole:
germogli nutriti di dolore.
Vesti abiti di solitudine,
nascondi le tue delusioni
dietro maschere di cortesia,
mentre chiuse nel bozzolo del silenzio
indelebili
le tue speranze
attendono ancora il sorgere
d’impossibili aurore:
sempre spente
dal cader dello sguardo nel riflesso
inesorabile dello specchio.
Sulle labbra costantemente preme
insoluta la domanda:
Quale la mia sorte?
Il senso vero di me?

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