L’uomo, oggi,
procede col cuore bucato
come un condannato
sul duro asfalto che tiene
la sua armatura di cartone
o come Giona in un ventre di vetro,
avanza cercando briciole
di un calduccio da braciere
di idee, sorrisi, gesti triti e ritriti.
Le strade sono deserti
nel movimento apparente
che riproduce vita
come in un fotogramma
epurato d’estasi e di felicità.
È scomparso anche il decalogo
dei vizi e delle virtù
e le estenuanti attese
non bastano
a scongiurare la morte
che avanza a balzelloni
e sordida, se la ride
della commedia esistenziale
di utile vacuità
dietro ettari di dolore.