La notte era silenziosa
Senza vento
In quel Novembre
Anomalo
Caldo e umido
I cassonetti per rifiuti in fila
Lungo il marciapiede
Straboccavano
Ma acèrvo
Spuntava qualcosa
Non silenzioso
Bensì
Un lamento
Un pianto
Un neonato.
L’acèrvo
Oggi è
Felice
E coccolato
Si chiama
Vittorio Fortunato.