Di nutella il colore,
ma l’odore, ahimé!
Mi accingo con dolore,
al monte di fronte a me.
Orsù, a me un badile,
ché vano è l’esitare.
Dai e dai vuoto il cortile,
e già anelo l’arieggiare.
Ma ecco ondeggiante,
un vagone s’appressa.
Massiccio ed olezzante,
in manovra si affossa.
Così è che alta onda,
sì come immenso maroso,
squarciando il bloccasponda,
rendemi ancor più indecoroso.
Ormai immerso, affondo e calo,
sottrarmi più non posso.
Sia dunque ad altri lo spalo.
O vagonatore! Spiana il dosso.
Scompaia dunque il monte letamico,
tuo il fio e lo sia quindi la mano.
Del badile afferra il turgido manico
e, prode vagonatore, infilatelo nell’a … tasca 🙂
Bellissima!
Sandra
Nuuuuuu!!!!
Simpaticissima, ma …. mi piacciono …. le tue poesie piene di quel tuo amore tanto sognato e tanto impossibile!!!!
X Sandra. Grazie. Una cosa buffa per sdrammatizzare. Addirittura “bellissima” è troppo onore
x Raffa: un intervallo nato per fare due risate con un’amica, anch’ella periodicamente trasportata da vena poetica (molto migliore della mia).
(P.S.: “Nu” = “No” in Romeno. Unito alla sovrabbondanza di simboli di interpunzione, costituisce un modo veramente raro di scrittura enfatica)