Ti guardo e non vedo l’uomo maturo
seduto di fronte a me nella solita pizzeria
dove ci rifugiamo
per divorarci con occhi affamati.
Cerco di non cogliere le pareti scolorite,
l’odore acre dei cibi
mi disgusta.
Ti guardo,
sorreggo il viso con una mano
per non crollare su me stessa
e non mostrarti la fatica
di ogni giorno…
socchiudo appena le palpebre
sento solo il rumore della tua voce.
Scorgo un ragazzo,
abbronzato, il volto scavato, irrequieto.
Stretto nei jeans, la maglietta gettata addosso
è sempre estate
e tu corri
in un campetto verde
stritolato in mezzo ai palazzi
della tua città sul mare.
Vorresti morderla la vita
e allora corri,
hai lo sguardo smarrito
e io vorrei essere su quel prato verde
per fermare la tua corsa
sentire il sapore salmastro della tua bocca
ricominciare a respirare.
In amore c’è chi resta e chi corre, talvolta corre via…
Al momento è uno strazio, poi, alla lunga, si comprende il perchè.
Questa poesia esprime il disagio di molte ragazze – donne che si ritrovano deluse e incomprese.
I tempi tra maschi e femmine sono differenti.
Triste con nota di rimpianto.
L’ho apprezzata. Un saluto.
Sandra
Grazie, come sempre, in questo caso il rimpianto è quello di non aver vissuto la parte migliore della vita di un uomo che ho amato e forse amo ancora. I tempi sono diversi e a volte inconciliabili.
In verità mi sono accorta di quanto i primi versi corrano un pò troppo zoppicanti… ma la forma poetica mi crea qualche difficoltà. Un caro saluto.
Una bella poesia con un tocco malinconico.
Complimenti in compagnia di 5 stelle.