Non ho seguito i primi notiziari,
ho goduto del sole e della primavera.
E’ quasi buio,
una voce lapidaria e senza sconto
mi entra dentro.
No, non è vero,
ho pedalato troppo,
forse sono stanco,
mi devo riposare.
Balle.
Non riesco a trattenermi,
gli argini si rompono,
mi nascondo dallo sguardo di mia madre,
perché mi vergogno
e non ne so il motivo.
Cerco di asciugarmi,
ma non c’è verso di rimanere asciutto.
Preso alle spalle,
sedotto da due occhi azzurri
come la verità,
mi sento mutilato,
incapace di comprendere
il potere di un veleno senza antidoto,
più grande di me.
Ho le mani fredde,
riesco ad odiare,
batto i piedi sul parquet
e se dovessi dar fastidio
è quello che voglio.
Voglio far rumore,
perché tutti sentano,
perché non siano distratti.
Se domani inciamperò un’altra volta
nella tua dolcezza che era la vita,
dovrò essere cinico,
per sopravvivere.
Mi sento piccolo, hai ragione,
oggi hai vinto tu.
Ciao Tommaso.

 

6 commenti su “Per il piccolo Tommaso Onofri”
  1. Dopo la rabbia, c’é da prendere atto della realtà.
    Grande confusione mentale, difficile rimanere democratici a ciò, difficile perdonare. Mi viene da dire che l’uomo é il peggior esperimento fatto.
    Poi, per fortuna, atti di coraggio e altre nobiltà d’animo dimostrano l’incontrario.
    Ciao. Sandra

  2. Oggi è il 27.6.09, sono passati più di due anni da quale tragico giorno. Eppure io continuo a pensarlo. Forse perchè in quella foto vestito da pagliaccetto assomiglia a mio figlio.
    Io ed i miei cari non lo dimenticheremo mai…

  3. Sono passati 4 anni da quel brutto giorno. Io e mia moglie Antonella non ti dimenticheremo mai.

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